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Grazia Deledda (1875-1936)

Scrittrice di fama mondiale, nacque a Nuoro nel 1875, il suo primo romanzo Fior di Sardegna esce nel 1892 seguito da Anime Oneste nel 1895. Nel 1900 sposa Palmiro Madesani e si trasferisce a Roma dove rimarrà sino alla sua morte,concedendosi ogni tanto delle vacanze a Cervia una cittadina che gli rimase nel cuore tanto da dedicargli pagine d'affetto e nostalgia. A Roma vedono la luce altre opere:Elias Portolu, Cenere, L'Edera, Canne al vento, Marianna Sirca. Nel 1926 riceve il Nobel per la letteratura. Nel 1937 esce Cosima, il suo romanzo autobiografico, ad un anno dalla sua morte avvenuta nel 1936 a Roma.

Sebastiano Satta (1867-1914)

Poeta tra i più importanti della Sardegna,avvocato e giornalista, nacque a Nuoro nel 1867. Nel 1883 il suo esordio nella poesia con l'opera I versi ribelli, nel 1986 esce l'ode  Primo maggio, nel 1910  i Canti barbaricini,  nel 1924, dopo la sua morte, vengono pubblicati i Canti del salto e della Tanca. Poeta dall'anima profonda e dal forte contenuto sociale, morì a Nuoro a soli 47 anni dopo una lunga malattia che lo rese immobile per ben sei anni, nel 1914.

Francesco Ciusa (1883-1949)

Scultore, nacque a Nuoro nel 1883. Studiò alla Accademia delle belle d'arti di Firenze, tornò in Sardegna nel 1904 per stabilirsi a Nuoro.Nel 1907 vinse a venti anni il primo premio alla Biennale di Venezia, con la scultura La madre dell'ucciso, il cui originale è conservato presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.Il successo del Ciusa fu importante per tutti gli artisti sardi, cui furono in questo modo aperte le porte delle grandi mostre nazionali. 
Nel 1913 l'artista lavorò , con altri artisti, al completamento del Municipio di Cagliari. Nel 1923 prese a dedicarsi alla produzione di piccole ceramiche, aprendo la manifattura SPICA a Cagliari. Nel 1924 aprì una Scuola d'Arte a Oristano. Nel 1928 espose alla Biennale di Venezia la scultura L'anfora sarda, una delle sue ultime grandi opere: simbolica e surreale, rappresenta una donna che beve da una brocca e allatta un piccolo. Altre sculture aveva realizzato negli anni precedenti, tra queste: La filatrice (1909), Il dormiente, La cainita (1914), Il nomade (1909), La dolorante anima sarda (1911), Bontà (1911), La pietà (1925). 
Nel marzo del 1937 cominciò a stendere la sua autobiografia, intrisa dei ricordi e delle visioni dell'età infantile e percorso ideale delle sue opere sullo sfondo di un mondo antico e intenso. Nel 1943 ebbe la cattedra di disegno presso la facoltà di ingegneria dell'università di Cagliari. Morì a Cagliari nel 1949.

Salvatore Satta (1902-1975)

Scrittore e giurista, nacque a Nuoro nel 1902. Nel 1924 si laurea in Giurisprudenza a Sassari.Nel 1932 consegue la libera docenza all'Università di Camerino dove riceve l'incarico per l'insegnamento di Diritto Processuale Civile. Successivamente diventa titolare di cattedra a Macerata, Padova, Genova e, infine, a Roma.Si sposa a Trieste nel 1939, Pubblica numerosi studi giuridici tra cui un monumentaleCommentario al Codice di Procedura Civile e Diritto processuale civile, un'opera complessa in cinque volumi che gli conferisce una certa notorietà nell'ambiente dei giuristi.
Fra il '44 e il '45 scrive il De profundis, mirabile affresco sulla condizione umana, originato dalle riflessioni sulla negativa esperienza maturata durante il periodo della guerra.
Tra le sue opere vanno ricordate anche: Poesia e verità nella vita del notaio, pubblicato in Vita notarile del 1955, Soliloqui e colloqui di un giurista del 1968, Quaderni del diritto e del processo civile del 1969 e diversi manuali ed articoli di carattere giuridico pubblicati su riviste e quotidiani.
Nel 1970 inizia il suo capolavoro Il giorno del giudizio, pubblicato postumo nel 1977. Il libro suscita sconcerto e malcontento sopiattutto a Nuoro, dove molti si riconoscono nei personaggi descritti.
Oggi il romanzo, tradotto in diciassette lingue, è considerato un'opera letteraria di grande spessore e riscuote ampi consensi da parte della critica più qualificata.
Colpito da un male incurabile, Salvatore Satta muore a Roma il 19 aprile 1975.

Antonio Ballero (1864-1932)

Pittore e scrittore, nacque a Nuoro nel 1864 e compì gli studi classici a Cagliari. Nel 1894 scrisse  il romanzo Don Zua e il racconto Vergini bionde. Collaborò con diverse riviste e quotidiani, sia locali che nazionali, con articoli e recensioni. Ma la sua vera passione fu la pittura, alla quale cominciò a dedicarsi in modo totale, seppure tardivo, all'età di trent'anni.Amò riprodurre nelle sue tele, scene di vita della sua terra, feste, balli, gare poetiche, costumi, paesaggi. L'artista partecipò durante la sua carriera artistica a numerose esposizioni (tenne anche alcune personali), ottenendo lodi e riconoscimenti: il suo Autoritratto al sole fu molto apprezzato alla Quadriennale di Torino, nel 1908, tanto da essere poi riprodotto, accompagnato da un lusinghiero commento, nella Enciclopedia Sonzogno. Espose anche a Genova, Firenze, Milano, Torino, Monza (dove, nel 1924, alla mostra del ritratto femminile ottenne il diploma d'onore), Sassari, Cagliari. Due suoi disegni, esposti alla Quadriennale di Torino nelle edizioni del 1917 e del 1923 (Il Conciliatore), vennero acquistati dalla Società Promotrice delle Belle Arti. Morì a Sassari nel 1932. 

Attilio Deffenu (1890-1918)

giornalista e combattente, tra i massimi intellettuali del 900, nacque a Nuoro nel 1890.Nel 1908 si iscrisse in Legge a Pisa accostandosi agli ambienti anarchici e collaborando con organi di stampa socialista isolani e della Penisola. Scoppiata la guerra di Libia, si schierò contro il conflitto. Laureatosi nel 1912, tornò a Nuoro, ma fu presto stanco della meschina vita provinciale. Divenne corrispondente del Giornale d'Italia, impegnandosi attivamente nella vita politica: aderendo al sindacalismo rivoluzionario e, nel 1913, battendosi per il liberismo capitalistico, contro il protezionismo doganale che favoriva le industrie del nord a danno del meridione e delle isole strutturate su un'economia agro-pastorale; battaglia che lo avvicinò al meridionalismo democratico salveminiano. Fondò nel 1914 la rivista Sardegna.Trasferitosi a Milano, esercitò come avvocato, divenendo legale dell'Unione sindacale. Scoppiato nel luglio del 1914 il primo conflitto mondiale, fu favorevole all'entrata in guerra, e, con Alceste De Ambris, Filippo Corridoni, Tullio Casotti e Michele Bianchi, fondò, alla fine dello stesso anno, i fasci di azione interventista rivoluzionaria. Si arruolò volontario ma, sospettato come "sovversivo", dovette ingaggiare una lunga battaglia per essere mandato al fronte. Morì eroicamente sul Piave, il 16 giugno 1918, al comando del suo plotone di fanti della Brigata "Sassari".